Angioletta De Nitto nasce a Mesagne (Brindisi) nel 1963, dove vive e lavora.
Dopo gli studi scientifici si diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce.
Dal 1987 collabora con la Sovrintendenza ai Beni Archeologici e ai Beni Artistici di Taranto in qualità di restauratrice e dal 1995 decide di dedicarsi esclusivamente alla ricerca artistica.
Nel 1996 è tra i finalisti del Premio Arte Mondadori.
Dal 1996 ad oggi è inserita attivamente nella vita artistica nazionale ed internazionale con mostre personali e partecipazioni in collaborazione con prestigiose gallerie d'arte.
La sua ricerca artistica, inizialmente, si muove nell'ambito strettamente figurativo, con connotazioni iperrealistiche ed evolve poi, progressivamente, in una produzione astratta e simbolica.
Nella serie UNO DI NOI le biglie rappresentano il ritratto di singoli uomini, divenendo così la metafora di un microcosmo ontologico, dotato di un nome proprio e di un singolare temperamento, di un tegumento umorale unico e irripetibile.
Nella serie VICENDE, variazione astratto-spaziale del tema precedente, anche i fili diventano protagonisti che collegano e legano le biglie, rappresentando momenti, periodi, propositi della vita umana.
Nella serie MEDUSE COSMICHE (anime-energie nello spazio) sono le meduse ad essere intese come trasposizione simbolica nel campo spaziale di frammenti luce-colore/anime-energie, intente a superare i limiti della tridimensionalità e del continuare ad essere.
La serie FEMINAE VIRTUS nasce dal desiderio di rappresentare l'essere donna con i suoi pregi-virtù, vizi-difetti e con la sua straordinaria capacità di truccarsi ed indossare maschere, pur di nascondere la propria intima verità.
Le installazioni appartengono alla serie MASCHERE. Tutti i giorni ne possiamo indossare una o diverse a secondo della situazione che viviamo: al lavoro, con gli amici, in famiglia…a volte, anche davanti ad uno specchio per non vedere chi siamo veramente.
Oggi più che mai, le maschere ci aiutano ad adattarci, a vivere; certo, è che dovremmo imparare a indossarle sempre meno e cominciare, prima di tutto ad accettarci per quello che siamo e non per quello che gli altri vorrebbero che fossimo.